I segreti del colore del whisky
- Gian Marco Antonelli
- 21 mag 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Punto di inizio di ogni esame organolettica di ciò che ci si accinge a bere è, come ben sapete, l’esame visivo.
Rispetto al whisky va precisato che questo di stillato di malto sgorga dall’alambicco trasparente, tuttavia, a seconda dell’invecchiamento può assumere diverse sfumature
TONALITA’ dei colori
I colori possono variare dal “trasparente” (appena distillato quindi tecnicamente non scotch whisky) al giallo, all’ambrato, al ramato, al rosso, con tutte le sfumature intermedia di tali colori, fino al marrone scuro.
In particolare, i whisky che tendono ai colori ambrato, ramato o rosso dovrebbero essere stati, almeno per un periodo di tempo in una botte che ha ospitato sherry o altre bevande “rosse” (es. porto, marsala); i whisky che tendono alle varie tonalita’ del giallo dovrebbero essere stati in botti di Bourbon.
Nel caso di “assemblaggi” o “blended” è assai più difficile definire da cosa derivi il colore, infatti, a titolo esemplificativo, l’assemblaggio di un whisky di color giallo perché affinato in botti di bourbon con un whisky di color ambrato, perché affinato in botti di sherry, dovrebbe avere un colore più aranciato, o ambrato pallido, ma ciò dipende dalle quantità dei diversi whisky assemblati.
Anche gli anni di invecchiamento infine, incidono sul colore, poiché all’aumentare degli anni di invecchiamento, aumenterà l’intensità dei colori.
INTENSITA’ del colore
Sull’intensità del colore, comunque, (dal piu’ chiar alle piu’ scuro) e sulla loro origine e’ facile prendere degli abbagli in quanto incidono vari fattori quali:
la dimensione e il numero di volte in cui la botte e’ stata utilizzata (cioe’ se si tratta di first fill, second fill ecc) dopo che ha ospitato bourbon, sherry o altro. In particolre, se si tratta di un first fill in sherry ovviamente la botte tende a rilasciare maggiormente pigmenti di colori di tonalita’ di rosso. Analogamente, un giallo pallido puo’ suggerire che il cask sia stato gia’ usato piu’ volte, mentre un giallo piu’ dorato potrebbe suggerire un first fill di Bourbon. Come sopra accennato, anche il numero di anni in cui e’ stato invecchiato il distillato influisce sull’intensità del colore: piu’ il whisky rimane in botte piu’ tende a “colorarsi”. Anche il luogo in cui e’ stata conservata la botte influisce sull’intensità del colore: ad esempio il whisky indiano Amrut invecchiato sulle colline di Bangalore, e’ sottoposto a grossi sbalzi di temperatura e a conseguenti angels’ share molto elevati (sopra il 10%, contro il 2/4% di quello scozzese) prendendo un color ramato scuro/marrone gia’ dopo 3/4 anni. Infine, può accadere che il whisky sia stato colorato artificialmente (con sostanze quali il caramello), che hanno lo scopo principale (o dovrebbero averlo) di uniformare i vari batch e fornire un prodotto omogeneo nel caso sia risultato di un blend di varie botti
LIMPIDEZZA
Il whisky dovrebbe presentarsi limpido, ma se dopo l’aggiunta di acqua il distillato si intorbidisce leggermente vi svela un aspetto positivo e non negativo come qualcuno potrebbe pensare; significa molto probabilmente che non e’ stato sottoposto a processo di filtratura a freddo e quindi l’acqua non fa altro che rivelare la presenza di proteine e acidi grassi come la glicerina. Parleremo anche del processo di diluizione e di filtratura a freddo in uno dei prossimi post.
Comentários